Riconoscere le orchestre con Raimondo Balboni

OSVALDO PUGLIESE, IL DOMINIO SUL TEMPO

Parte seconda

Si consiglia l’ascolto in cuffia degli esempi al fine di apprezzarli al meglio!

Nella nota precedente (ecco il link per chi non l’avesse ancora letta) abbiamo analizzato assieme alcuni degli elementi che vanno sempre considerati quando si ascolta un brano, specialmente quando si tratta di capire cosa rende un’interpretazione diversa da un’altra: tempo e velocità, modelli ritmici e di accentazione, particolarità espressive (rubato ecc.)

Proseguiamo quindi il nostro viaggio all’interno del Tango di Osvaldo Pugliese analizzando assieme altri elementi presenti nelle registrazioni, ovvero il suono ed il comportamento degli strumenti nei solo, nei soli e nel tutti.

Una piccola parentesi: parlando della melodia e di come viene eseguita nel tango, possiamo individuare tre modalità espressive generali:

SOLO Il momento di massima espressione individuale dello strumentista, che ha libertà di fraseggio e di aggiungere abbellimenti a proprio gusto.

SOLI le parti di esposizione melodica o di variazione sul tema che vengono eseguiti da un’intera sezione strumentale, nel nostro caso parliamo di corde (violini, viole, violoncello) o di bandoneones.

TUTTI come dice il nome stesso, rappresenta i momenti in cui tutte le parti dell’orchestra contribuiscono all’esposizione di una frase musicale.

I SOLO (gli assolo strumentali)

Emilio Balcarce

L’orchestra di Pugliese è sempre stata composta da ottimi strumentisti e dal 1948 in poi, dopo l’ingresso di Emilio Balcarce, Pugliese ha sempre cercato di circondarsi di strumentisti che fossero anche ove possibile compositori ed arrangiatori e li ha sempre spinti a contribuire al percorso dell’orchestra con le proprie composizioni[1]; quando diciamo “orchestra Osvaldo Pugliese” dovremmo quindi sempre pensare non al solo Osvaldo Pugliese, piuttosto a Pugliese più Aniceto Rossi, più Enrique Camerano, più Osvaldo Ruggiero e via dicendo.

Ogni strumento da canto ha la possibilità di eseguire un solo durante i brani di Pugliese: il bandoneon, il violino, il piano. I solo in questa orchestra presentano alcune caratteristiche interessanti e ricorrenti.

Gli a solo partono da un tessuto orchestrale e spesso interagiscono sia con altri strumenti della stessa sezione che con l’orchestra, ed altrettanto spesso terminano con un tutti, come se il solo servisse a dar fuoco alle polveri…   Ascoltiamo un esempio assieme:

La Mariposa (O. Pugliese)

Qui, come in altre composizioni, si nota il piacere di far dialogare solista ed orchestra come nella musica sinfonica, nei concerti per solo ed orchestra; il bandoneon inizia il proprio solo, l’orchestra gli risponde e poi lui riprende, poi c’è un’altra breve risposta dell’orchestra, e termina infine il proprio intervento lanciando l’orchestra verso il tutti della conclusione del brano.

Eccellente, e di grande effetto.

Nello stesso esempio notiamo caratteristiche ricorrenti anche in altri solo strumentali:

  1. Se ascoltiamo bene le ultime note del bandoneon, mentre l’orchestra ha ripreso a suonare la propria parte, il bandoneon resta presente con una nota acutissima e sostenuta.
  2. Il solo non viene eseguito esattamente da solo: gli altri strumenti della stessa sezione rispondono, fanno il controcanto, o tessono un contrappunto. In questo modo la qualità dell’esecuzione e dell’esecutore vengono esaltate assieme alla qualità della concezione musicale che sostiene questo tipo di arrangiamento.
  3. Durante i solo (ma anche durante le variazioni) la melodia spesso viene eseguita passando all’improvviso dai registri acuti dello strumento a quelli gravi, e viceversa. Anche qui lo scopo è la ricerca della massima espressività attraverso le variazioni di sonorità determinate dal colore dello strumento nei vari registri.

 

Esempi con Bandoneon

  • Il Bandoneon Solista durante il solo viene sostenuto e dialoga con gli altri strumenti della sua sezione.

Don Augustin Bardi (O. Pugliese)

  • Il Bandoneon solista, nell’esempio successivo, dialoga con l’orchestra ed il solo è quasi corale, termina con un tutti di concezione sinfonica.

Gallo Ciego (O. Pugliese)

  • Il Bandoneon solista nel prossimo esempio cambia completamente registro durante il solo.

Recuerdo (O. Pugliese)

Esempi con Violino

Il Violino solista è accompagnato da un altro violino in contrappunto sulle note gravi durante il solo in questo esempio.

La Rayuela (O. Pugliese)

In Emancipación invece il solo è un dialogo con l’orchestra, intervalla registri acuti e gravi, poi diventa un’esecuzione a più violini ed infine si trasforma nel segnale che dà fuoco all’orchestra per lo strepitoso finale.

Emancipación (O. Pugliese)

Esempi con Piano

Pugliese era un gran pianista anche dal punto di vista tecnico ma nei solo di piano della sua orchestra non si trovano difficoltà tecniche troppo particolari, piuttosto si ha l’impressione di una ricerca di sfumature che quasi carezzino l’esposizione del brano

Notare in La Mariposa il termine del solo: l’intervento del piano, breve, termina con notine accennate in alto, veramente carezza di farfalla (titolo del brano) alla melodia, segno del gusto squisito del Maestro; invito ad ascoltare anche, nello stesso brano, il modo in cui il bandoneon prosegue e termina il proprio intervento dopo il piano.

La Mariposa (O. Pugliese)

A proposito de La Mariposa si racconta che Julián Plaza – arrangiatore del brano – abbia litigato ferocemente con Pugliese perché il Maestro non voleva eseguire il solo di piano… alla fine la spuntò Plaza e ci rimane per fortuna uno dei solo più rappresentativi del gusto pianistico del Maestro Pugliese.

Julián Plaza

Anche in La Rayuela il piano prepara il morbido solo del violino di Camerano terminando sommessamente con una carezza alle notine acute del piano, con la mano destra.

La Rayuela (O.Pugliese)

CAMBI DI TONALITA’

In tutta la musica, non solo in Pugliese o solo nel tango, i compositori e/o gli arrangiatori utilizzano i cambi di tonalità durante lo svolgimento di un brano, a scopo espressivo. Salire di tono (o scendere) cambia il timbro dello strumento o della voce che esegue e dona un colore diverso da ciò che precede.

Pugliese non poteva ignorare questa possibilità già che, come detto sopra, la sua ricerca va totalmente verso l’esplorazione di tutte le possibilità espressive.

Ascoltiamo insieme un esempio tratto da Pata Ancha – ma vi invito ad ascoltare e trovare l’elemento in tanti altri brani – in cui appena dopo il solo del bandoneon il brano cambia tonalità ed il pathos espressivo del brano cresce mentre l’orchestra si avvicina al finale

Pata Ancha (O. Pugliese)

IN CONCLUSIONE

Al termine di questo viaggio nella musica di Osvaldo Pugliese siamo arrivati al punto di partenza!

Abbiamo visto come L’Orchestra di Osvaldo Pugliese abbia portato all’estremo l’uso delle risorse ritmiche ed espressive, pur senza allontanarsi dal rapporto col ballo; adesso possiamo iniziarne l’ascolto consapevole.

Questa nota (ed anche le altre della serie “Riconoscere le orchestre”) non è, né intende essere, un compendio, un riassunto, un manualetto da consultare, ma un’introduzione all’ascolto tramite cui sia possibile acquisire alcuni strumenti utili per affrontare l’analisi della musica, non solo di tango. Quando si inizia, l’abitudine si radica e le capacità critiche anche.

Come un sommelier educa il gusto e l’olfatto e poi inizia ad assaggiare i vini, così chi ascolta impara a riconoscere gli elementi fondamentali e dopo può iniziare le degustazioni.

Buon divertimento, alle prossime note.


[1] Nella prassi dell’epoca il Direttore scritturava e pagava i propri orchestrali, comportandosi esattamente come il padrone di un’azienda, e stabilendo quindi i compensi per i propri dipendenti. L’orchestra di Osvaldo Pugliese funzionava diversamente, come fosse una cooperativa. I ricavi dell’Orchestra venivano divisi – si dice – in parti uguali tra tutti i musicisti e anche dal punto di vista funzionale i musicisti non erano semplici esecutori ma contribuivano più attivamente che in altre realtà all’arrangiamento ed al perfezionamento esecutivo dei brani.

Raimondo Balboni

Cantante, musicista e milonguero. Ho a che fare con la musica del Sudamerica da più di 40 anni, 35 circa col tango; frequento le milonghe dal 2000, ballo dal 2003 e musicalizzo stabilmente da ottobre 2016.
Curo maniacalmente ed in modo professionale la qualità del suono e tento di essere al servizio della pista come sempre dicono i miei maestri Jorge Dispari e Damiàn Boggio, e come sempre diceva Felix, che continua ad ispirarmi.
Selezioni di tango tradizionale ballabile, no tango nuevo.
Quando possibile uso uno schermo o lavagnetta per informare i ballerini riguardo le orchestre (ed i cantori) selezionati durante la serata.