Come posso arrivare ad acquisire un ballo più fluido?
Questa è una delle domande più frequenti che ci vengono rivolte durante le lezioni, soprattutto quelle individuali.
Certo non una domanda facile anche perché le risposte possono essere molteplici, sicuramente però importante perché significa che l’obiettivo non vuole essere il movimento in quanto tale bensì il modo in cui muoviamo i nostri passi di tango.
Abbiamo studiato e pensato allora ad un punto dal quale partire per questa ricerca e ne abbiamo trovati due, come in tutte le ricerche che si rispettino! 🙂
Il primo è sicuramente la concezione del tempo musicale, siamo infatti abituati a ragionare in battute e spesso a ognuna di queste facciamo corrispondere un passo, un cambio di peso, certo niente di sbagliato, ma come potremmo sviluppare le nostre dinamiche se pensassimo invece a riempire il tempo che intercorre fra una battuta e l’altra con il movimento?
Altro spunto non meno interessante riguarda le parti del corpo sulle quali ci concentriamo mentre affrontiamo una qualsiasi dinamica: Purtroppo gli automatismi che si innescano una volta presa dimestichezza col ballo ci portano a non pensare a come ci stiamo muovendo, ci muoviamo e basta. Ma le sequenze che conosciamo così bene e che facciamo ad occhi chiusi possono essere analizzate, destrutturate e ricostruite prendendo come punti di riferimento parti del nostro corpo che spesso non siamo abituati a considerare, portando così la nostra consapevolezza del movimento ad un altro livello, che ci permetta di controllarlo in maniera più fine.
Questo sarà il nucleo centrale della lezione che terremo venerdì sera a Montecatini nella splendida sala del Dreams [Vedi evento] ospiti degli amici Alessio e Stefania; vi aspettiamo carichissimi!